La Francia interromperà il trattamento di favore concesso alle società di criptovalute

  • La Francia gestisce un sistema in cui le imprese possono scegliere di non ricevere una licenza completa ma di operare comunque nel paese.
  • Circa 50 imprese registrate operano attualmente in Francia senza ricevere una licenza completa dall'Autorité des Marchés Financiers (AMF).
  • La nuova politica allineerà la Francia alle politiche relative alle criptovalute dell'Unione Europea.
  • L'amministrazione di Emmanuel Macron è ben nota per il suo forte sostegno al settore degli asset digitali.

Un legislatore francese ha suggerito di armonizzare la legislazione della nazione con l'imminente Unione Europea regolamento. Di conseguenza, la Francia potrebbe richiedere alle società di criptovaluta di ottenere una licenza completa per operare lì. Hervé Maurey, un senatore che fa parte della commissione delle finanze, proposto un emendamento che eliminerebbe il trattamento favorevole che la Francia attualmente concede alle società di criptovalute.

Secondo Mauri,

Il recente fallimento di FTX ha evidenziato i rischi insiti in qualsiasi investimento in criptovalute, soprattutto quando la società opera al di fuori di qualsiasi regolamentazione. Queste preoccupazioni, anche per gli attori finanziari, sono condivise a livello di Unione Europea.

Le aziende di criptovalute sono attualmente autorizzate a operare legalmente in Francia senza una licenza completa fino al 2026. Tuttavia, l'ultima proposta, che il Senato ha approvato la scorsa settimana e sarà presentata al parlamento francese l'anno prossimo, imporrebbe alle società di ottenere una licenza completa dal autorità finanziaria a partire da ottobre 2023. La nuova politica porterà la Francia a conformarsi al regolamento dell'UE sui mercati delle criptovalute (MiCA).

L'attuale sistema a due livelli in Francia richiede alle imprese di registrarsi come fornitori di risorse digitali, ma poi consente loro di scegliere di ottenere una licenza completa, il che richiede un'ampia trasparenza. Sebbene circa 60 fornitori si siano registrati presso l'Autorité des Marchés Financiers (AMF), nessuno ha scelto l'autorizzazione completa. Thierry Philipponnat, un ex membro del consiglio di amministrazione dell'AMF, ha criticato l'attuale regime dell'AMF per la sua debole protezione degli investitori, osservando che era "molto leggero, se non inesistente".

Se la proposta venisse approvata dal parlamento, metterebbe a repentaglio la posizione della Francia come paese amico delle criptovalute, che ha attirato aziende e importanti società di criptovalute ad aprire uffici lì. I gruppi opposti ritengono che l'emendamento dimostri che il paese sta abbandonando il suo obiettivo di essere il centro delle attività europee di criptovaluta.

Lawrence Woriji Verificato

Lawrence ha raccontato alcune storie emozionanti nella sua carriera di giornalista, trova le storie legate alla blockchain molto intriganti. Crede che Web3 cambierà il mondo e vuole che tutti ne facciano parte.

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